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  • Giulio Romito

Come attraversare in moto 3 isole in 5 giorni?

Ci siamo, è arrivato il momento.

Aprire le valige laterali, riprendere in mano le cinghie ancora impolverate, organizzare gli attrezzi sporchi di grasso, gestire gli spazi per tenda e secco a pelo, sono euforico, in fibrillazione. Mi ricorderò come si fa? Ci metto un po', ripasso nella testa tutto quello che ho in mente di portarmi, controllo e ricontrollo più volte.

Venerdì 20 ho il traghetto per Bastia alle 21 e devo arrivare a Genova un paio d'ore prima, così è raccomandato sul biglietto...e quindi, per non smentirmi mai, arrivo al molo alle 17. Passo quattro ore a gironzolare per il porto, a leggere un libro e scattare qualche foto.

È il momento dell'imbarco, la nave ci fagocita, spengo Kiddo e la fisso con le corde. Mentre siamo in mare aperto, con le ultime luci flebili della costa all’orizzonte, il mio pensiero va a chi cerca disperatamente di attraversarlo scappando da ciò che non riusciremmo mai neanche ad immaginare e trovando spesso la morte ad attenderlo. Lo trovo straziante e disumano.


Mi attende una nottata da barbone. In realtà scorre agevole, una poltrona accoglie le mie chiappe per 10 lunghe ore ed alle prime luci del giorno sono di nuovo in marcia. Avevo visto la Corsica esattamente 10 anni addietro ed era stata la mia prima vacanza in moto. Ancora non mi sento del tutto in ferie, sensazione che svanisce nel giro di mezza giornata quando le curve e le stradine della costa ovest mi accompagnano sino a Porto. Ogni curva nasconde dietro di se una caletta con acqua cristallina, in un paesaggio quasi del tutto brullo, con le aquile che volteggiano sul mio casco e dove la presenza umana è molto rara. È così che me la ricordavo e che speravo fosse rimasta la Corsica.


A Porto monto la tenda nel campeggio che avevo già testato e che si sviluppa lungo la riva di un fiume; alla colonna sonora ci pensano le cicale. Nella mia memoria c’è un ricordo vivido di una zuppa di pesce mangiata in riva al mare, nel chiosco sulla spiaggia ciottolosa. La prima cosa che faccio è andare a cercarlo e prenotare un tavolo, non posso perdere l’occasione di riassaporare quella strepitosa zuppa di pesce di scoglio. U Pescadori si chiama, andateci perché ne vale la pena. Monto la macchina fotografica sul cavalletto per un timelapse, mi siedo sulla spiaggia ed attendo che il sole si inabissi. L’aria è frizzantina ed il profumo dei castagni è avvolgente.


Spiaggia di Porto

Domenica 22 è il giorno del mio ritorno in Sardegna.

Sveglia presto, smonta e carica la tenda, colazione con un burrosissimo croissant e via verso Bonifacio. La strada mi offre subito un passaggio attraverso le Calanques, formazioni rocciose solcate da una strada a strapiombo sul mare. Il rosso della terra si schianta nel turchese del mare.

Dopo questo tratto la strada perde un po’ di fascino, ma solo perché il pezzo più bello l’ho già superato.

Verso Bonifacio il vento aumenta e la moto sbacchetta… e questo un po’ mi preoccupa in previsione delle Bocche di Bonifacio, conosciute per il forte vento ed il mare mosso, ma la navigazione dello stretto è dolce.

Metto piede in terra di Gallura; le immense rocce sono lisce e levigate dallo stesso vento che preoccupa i naviganti.

In una vita precedente, quando ero un giocatore di pallavolo, sono stato ad Olbia per due anni, avevo una casa per me e tutti i comfort del caso... Ora mi ritrovo in una tenda Decathlon con un cuscino gonfiabile, e va beh, sia. Mi ricordo ancora tutte le strade, gli angoli, i nomi; tutto sommato non è cambiato molto. Sento “Orso”, un vecchio compagno di squadra, e ci accordiamo per la cena. Dove? Nello stesso ristorante dove andavamo a mangiare quando giocavamo insieme… Quante cazzate ci siamo ricordati… Ci raggiunge anche il vecchio capitano ed il livello di cazzate a questo punto tocca dei picchi indicibili. Passano gli anni, ci si sente poco ma è come se stessimo giocando ancora insieme.

È lunedì 23, il viaggio verso la Sicilia va avanti e per arrivare a Cagliari percorro per la prima volta l’Orientale Sarda, la SS125. Sono stato un pazzo a non averlo fatto negli anni di Olbia! La strada accompagna la costa est, si ributta all’interno dei monti con passi, viste memorabili e marmerie polverose, per poi riaffacciarsi sul mare all’altezza di Arbatax. Mi concedo una sosta nel Parco naturale di Orosei per mangiare un boccone in riva al mare.

Orientale Sarda, SS125

Trascorro la notte in un campeggio di Bari Sardo ed il giorno dopo sono a Cagliari, Casteddu. Questa volta opto per un B&B perché all’indomani ho il traghetto per Palermo che parte presto. La serata scorre leggera, sono a cena con altri amici e la concludo da solo con un bicchiere in mano vicino al Castello. Ordino un mirto, mi siedo su una panchina con vista sulla città e le casse iniziano a suonare Sugar Man di Sixto Rodriguez, perfetto!

Flumini, Cagliari

Flumini, Quartu

Mercoledì 25, 13 ore di traghetto, dalle 10 alle 23, non c’è molto da dire, solo che rottura di coglioni!

Siamo a giovedì 26 e voglio visitare la Valle dei Templi ad Agrigento. Dopo una ricca colazione internazionale, imbocco la strada che mi porterà a destinazione, non quella diretta che passa anche da Corleone ma allungo per spostarmi sulla costa e fermarmi a mangiare un boccone a Sciacca. Il nome della strada è “ strada della Liberazione” e nel cartello sono raffigurati personaggi del calibro di Falcone e Borsellino. È inutile dirlo, Kiddo sa già dove portarmi: nel bar più lurido del porticciolo. Ho una passione per le bettole con il pavimento unto ed il servizio alla mano, non tradiscono mai. Un delizioso pezzo di sfincione e mi rimetto il casco con 40 gradi all’ombra... Ah, in Sicilia non prendete alla lettera le indicazioni chilometriche, se leggete Agrigento 42 km è probabile che dopo qualche centinaio di metri ne troverete un altro che dice 58km, per poi riabbassarsi a 31km…ma tant’è, la strada è quella giusta e va solo in quella direzione, non si può sbagliare. Quando arrivo, arrivo.

Sono circa le 16 e si materializza davanti a me, su un promontorio, il Tempio di Zeus, imponente. Non riesco a fare a meno di guidare alzando lo sguardo in continuazione. Trovato il campeggio cerco refrigerio con un tuffo rigenerante in piscina aspettando l’ora giusta per tornare sotto il tempio e fotografarlo al tramonto. Giro e rigiro intorno alla valle per trovare lo scorcio ideale. Imbocco una stradina sterrata a caso, mi guardo alle spalle e mi accorgo che sono nel posto giusto. Cavalletto, macchina fotografica, comando wireless, c’è tutto... Attendo ancora un po’ e sbam! Si accende l’illuminazione e quel tempio sembra risplendere di luce propria.

Valle dei Templi, Agrigento

Dopo giusto quelle milionidimigliaiadimilioni di foto finisco a mangiare degli arrosticini di cavallo in una sagra vicino al campeggio. 10 arrosticini 5€.

È di nuovo mattina e Pietraperzía è vicina, è qui che passerò le tre notti successive. Pietraperzia è un paesino della provincia di Enna arroccato su un colle e dove il tempo si è fermato agli anni ’50. Per strada si incontrano quasi esclusivamente gli uomini, per lo più anziani. Ai tavolini dei bar griffati nastroazzuro, nella piazza principale, lo sport più praticato è la scopa. Quando passo in moto vestito come un astronauta il paese si ferma, cioè, non proprio, dato che era fermo già da una settantina di anni. La gente mi lancia sguardi furtivi, è arrivato lo straniero.

Pietraperzia, Enna


Mi raggiunge Olga per fare il check in nella casa e le chiedo un consiglio su dove pranzare. Si sono fatte le 13:30 e lo stomaco brontola. Mi dirigo di nuovo in piazza per cercare la trattoria che mi aveva consigliato e la trovo completamente deserta, neanche un mazzo di carte c’era! Come se fosse un miraggio intravedo un’auto, la fermo e chiedo informazioni. Dopo due minuti di tentennamenti, Franco, il guidatore, mi dice di salire su che mi avrebbe accompagnato lui…la trattoria si trovava si e no a 30 metri… Mangio come un porco tutto quello che può offrire la cucina tradizionale sicula, la soddisfazione si insinua in ogni vena e arteria del mio corpo, per soli 15€. Mentre sto rientrando a casa il paese è ancora dormiente e ne approfitto per fare un comizio sul palco montato in piazza. Sindaco di Pietraperzia!

La folla acclama il nuovo Sindaco di Pietraperzia

Lungo la strada vedo un’insegna con scritto “Salone”…barba e quei pochi capelli rimasti 10€ e tante chiacchiere. Mentre aspetto gli altri compagni di casa, arrivato il tramonto, monto in moto per fare un giro ed in 30 secondi mi ritrovo su una strada sterrata che porta nelle campagne ai piedi del castello. Passo un’oretta a cercare di scattare foto senza sfracellarmi per terra.

Pietraperzia

Verso le 23 arrivano tutti gli altri occupanti della casa, il giorno dopo ci aspetta il matrimonio di Chiara e Diego a Piazza Armerina, una siciliana ed un brasiliano, tra la colonna sonora de Il Padrino e della samba sfrenata.


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Giulio Romito aka Elpazo

Dopo aver girato l’Italia in lungo e in largo come giocatore professionista di pallavolo ho deciso di far diventare la passione per la fotografia il mio mestiere. La mia base è Milano da una decina d’anni ma appena ho la possibilità imbraccio la macchina fotografica e parto, su qualsiasi mezzo; in questo caso ho deciso di assecondare la mia seconda passione e di partire in moto.

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