- Giulio Romito
Travellers Camp, point of view.
Esattamente un anno fa ero in preda alle convulsioni organizzative pre viaggio. A distanza di soli 8 mesi dalla fine del Mongol Rally invece mi ritrovo a parlare emozionato di questa esperienza sul palco del Travellers Camp. Ma la storia è lunga, come sempre. Faccio un piccolo passo indietro. Tra i milioni di documenti per i visti, l'organizzazione di eventi per la raccolta fondi, la ricerca disperata di sponsor e la preparazione della moto, trovo il tempo di scrivere anche a qualche testata giornalistica chiedendo se siano interessati alla pubblicazione del mio racconto di viaggio. A rispondermi ci pensa solo la redazione di Motoadventure, in seguito trasformatasi in Roadbook. Alla mail segue una chiamata con Donato Nicoletti che quelle stesse strade che mi stavo accingendo a percorrere le aveva già attraversate tempo addietro con una Harley Davidson, Iron Man! Definiamo le linee guida (che non rispetterò mai) e gli invio una presentazione più dettagliata con un'improbabile foto di me con la moto (per questo mi becco un paio di insulti, giustamente). Colgo l'occasione per invitarli all'ultima festa prepartenza per bere una birra e salutarci di persona. "Piacere, Giulio" "Piacere, Donato" "Piacere Dario" "Ciao, io sono Antonio" "Ciao Antonio"... Mi muovo per ordinare le birre ma mi rigiro al volo verso il gruppetto. Come Antonio?? Ma tu sei Totò le motò?!? Prima ho riconosciuto la sua voce e poi la persona. Avevo visto un milione di video del suo viaggio, tra cui quello in cui lui e la sua compagna mettono in scena un matrimonio farlocco in Turchia, esilarante (video). La serata scorre tra fiumi di birra, chiacchiere con gli amici e vari in bocca al lupo.
Arriviamo ad Aprile 2018, 9 mesi e 15000 km dopo. Donato organizza il Travellers Camp, un happening sulla cultura del viaggio in motocicletta tra le valli parmensi, al villaggio ecologico di Granara. Conoscendo il mio mestiere di fotografo, mi chiede se sono interessato a condurre il workshop di fotografia. Non esito un secondo a rispondergli sì anche se cosciente della vagonata di ansia che mi avrebbe travolto. Ci sentiamo ed incrociamo un paio di volte per strada sino a quando, un bel giorno, mi chiede anche di raccontare il mio viaggio, "agrodolce" lo definisce lui. Penso "Madonna, riuscirò a sopravvivere a due giorni di palco di fila?" E vada anche per la presentazione. Passa un mese in cui faccio delle prove per cercare di rimanere nei 40 minuti che ho a disposizione... Ovviamente non ce la faccio mai ma ora è tardi, siamo a due giorni dall'evento e 50 minuti mi sembrano un ottimo risultato.
Il venerdì carico Kiddo manco stessi partendo di nuovo per il Mongol Rally, mi regalo 4 ore di stradine immerse nel verde ed un lurdissimo panino coppa e gorgonzola per pranzo. Neanche a 100mt da casa sento gridare il mio nome, mi giro e vedo all'interno di un'auto un membro del team dei Carbonara Mariachi. Assurdo! Avevo percorso con loro parte dell'Iran e non li rivedevo da Agosto! La casualità a volte è sorprendente. Sono uno dei primi ad arrivare al camp.

Ad accogliermi trovo Roberta, gentilissima. Mi spiega la logistica del luogo, parcheggio la moto, saluto l'organizzazione, scarico l'attrezzatura e mi metto a montare subito la tenda. Ne è valsa la pena arrivare in anticipo perché così posso piantare la dimora in una zona ottimale e prendere confidenza con il posto.

Donato Nicoletti
Giusto il tempo di finire di sistemare tutto che risalgo in moto per andare a prendere Chiara alla stazione di Parma. Al nostro ritorno si contano già più moto.

Mancano un paio d'ore alla presentazione sul palco, quell'ansietta bastarda inizia a farsi largo tra i ravioli burro e salvia! "Giulio, portiamo Kiddo nel tendone e poi si parte"... mi piace, ci sta bene lì, Kiddo.

Il ritmo dei battiti aumenta, aumenta, aumenta sino a quando Donato mi presenta al pubblico e proprio non c'è più macchinario in grado di contarli. Le prime domande servono a rompere il ghiaccio, io non ci sono mai stato su un palco da solo. Tutti mi avevano messo in guardia "devi guardare sempre il pubblico per tenere alto l'interesse". Il faro puntato in faccia mi salva, non ci vedo una mazza, meglio così. Inizio a muovere la bocca, sono contratto (vi confesso una cosa: a metà presentazione mi è venuto un crampo alle dita dei piedi che cercavo di dissimulare, versione Roberto Bolle). Alle prime reazioni del pubblico, di stupore o emozione, mi sento più leggero e rinfrancato. C'è tantissimo da migliorare, ma se non si inizia come lo si fa a scoprire? A presentazione terminata mi fermo con Donato e Antonio a parlare di come sia andata, cercando di capire se le sensazioni che ho avuto combacino con la realtà. Dicono che non sia andata male, sospiro di sollievo. È il tempo di scaricare un po' di tensione e di godermi una birra di fronte alla luce flebile di un falò.
Per la prima volta nella mia vita, la mattina seguente mi sveglio in tenda senza l'effetto sauna.

Il tempo scorre decisamente più lento rispetto alla frenetica Milano. Colazione all'ombra di un albero e chiacchiere con i commensali. Tra la colazione ed il pranzo c'è il tempo di fare nuove conoscenze. Qui è facile, il clima è conviviale, bisogna dar sfogo alla curiosità, sentire le storie degli altri ben prima di raccontare la propria. Ognuno ha un aneddoto, simpatico o drammatico che sia. Ah, mi stavo per dimenticare... Mentre faccio colazione si avvicina una coppia che mi dice:" noi ci siamo incontrati alla frontiera dell'Iran!" Nooooo, clamoroso! Ricordo che avevamo avuto giusto il tempo di presentarci e farci l'in bocca al lupo, poi via a rincorre il visto d'ingresso. Scoprirò che anche loro avevano avuto noie con la moto ma che l'esperienza umana gli aveva ripagati di tutto. Pranziamo insieme e mi danno un contatto di un tipo iraniano che ha un conto bancario in Italia. Vuoi vedere che ho trovato la soluzione per spedire i soldi al meccanico di Masshad? Sarebbe un sogno, giuro!
Si avvicina il momento del workshop di fotografia, prima però Primo Montagna tiene quello di primo soccorso. (ho scritto primo?)

Primo Montagna
Questa volta sono un po' più tranquillo anche se potrebbe essere decisamente più noioso di un racconto... spero solo di essere riuscito a togliere qualche dubbio. Nel pomeriggio si susseguono sul palco Matteo Nanni con i suoi Balcani, Fabrizio Cedrati ed Elisa Montagnini con il mal d'Africa. La sera spazio a Massimo Adami con le altissime strade del Ladakh e Pietro Porro con la sua LML guidata sino a Saigon. Si sogna in continuazione durante questo maledetto Travellers Camp!

Domenica mattina mi sveglio con l'ansia di caricare tutto sulla moto per poi godermi il docu-film "Mondo Enduro". Un gruppo di britannici spostati di testa cercano di battere il tempo del record del giro del mondo ma purtroppo... non si erano candidati ufficialmente e quindi tanticarisaluti.
È arrivato il momento dei saluti finali, si sale sul palco e ci si batte le mani coscienti di aver vissuto un week-end sano, di condivisione, scoperte e stimoli per il prossimo viaggio.
Io sono stato bene.
Se siete riusciti ad arrivare sino alla fine sicuramente avrete anche il tempo di guardare il video che ho girato nel week end...
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